I volti della Furga    FULGIDO ARPAIA
 
 
Andrea e Poldina, Ambrogino, Carolina, Celestino, Pierino, Pepi e Peppina, Giovanni e Giovannina, Brunetto, Marinella, Susanna, Sylvie, Sheila e Simona. Cosa hanno in comune queste bambole? Il loro creatore: lo scultore Fulgido Arpaia.
Quelle appena elencate ,sono solo una piccola parte delle bambole che Arpaia ha creato per la FURGA.
I volti “espressivi” delle bambole ,definite le più belle del mondo ,sono state il frutto del lavoro di questo grande uomo. Non si può parlare di bambole senza parlare della Furga , come non si può parlare delle bambole Furga senza menzionare il Prof. Fulgido Arpaia.
La “Formula del successo” di un’azienda è il risultato della somma dei componenti che vi sono al suo interno.
Fulgido Arpaia è un degnissimo esempio di come, un uomo con una eccezionale capacità di espressione artistica ,può fare la differenza. E’ riuscito a dar vita a delle sculture trasformando un oggetto , come un giocattolo, in un sogno immortale che ha accompagnato i sogni , i giochi ,di tantissimi bambini. E non solo bambini. Anche adulti. Affascinati dalle irresistibili fattezze di questi giocattoli che hanno l’aspetto meraviglioso di bambini veri.
I giocattoli di una volta non esistono più. E’ vero. E non ci saranno mai più ,perché non c’è più colui, che oltre a modellarne il viso, gli infondeva un anima delicata e innocente, che mai più ritroveremo in altre bambole.
Nasce a Milano il 18 settembre del 1919. La mamma era casalinga, il papà lavorava in una ditta che produceva forni per la cottura delle ceramiche. Ha frequentato ,a Milano ,una scuola di Belle Arti e fin da subito capì per cosa era portato : la scultura.
Grazie a un’amica di famiglia, il Signor Furga e suo figlio l’Ing. Giancarlo, vennero a conoscenza dei lavori che quest’uomo era in grado di realizzare. Una sera, si presentarono a casa sua e gli fecero la loro proposta. Fulgido Arpaia accettò. Quasi subito si trasferì a Canneto in un appartamento per lui predisposto. La famiglia ha vissuto con lui i primi 2 anni. Successivamente restò lui solo a Canneto, mentre la sua famiglia, una moglie e 3 figli , continuarono a vivere a Milano. Tornava dai suoi cari ,a Milano, ogni venerdì sera, per ripartire il lunedì mattina ,per lavorare Canneto.
A Canneto si viveva bene . Nel 1966 contava 5150 abitanti e 10 fabbriche di giocattoli e bambole. Non esisteva disoccupazione. I lavoratori venivano accompagnati a lavoro con dei pullman provenienti dai paesi limitrofi. Nel 1966 Canneto sull’Oglio vantava un fatturato di 2 miliardi e mezzo di lire.
Il Prof. Fulgido Arpaia lavorò alla Furga per quasi 30 anni, creando i volti della maggior parte delle bambole di quel periodo. “ Per i modelli si recava alle scuole materne o all’asilo. Non faceva schizzi su carta. Armato di creta e delle sue dita cominciava a modellare. Dapprima solo un abbozzo poi pian piano aggiungeva i particolari” Passava anche più di una settimana seduto fra i bambini cercando di cogliere in loro quelle espressioni che resero queste bambole sinonimo di bellezza indiscussa. In quegli stessi anni gli arrivò una splendida e allettante proposta dalla MATTEL. Proposta che, pur essendo molto molto remunerativa, lo avrebbe allontanato dall’Italia e dai suoi affetti. La moglie aveva paura di un trasferimento così lontano.
Di conseguenza, preferì restare in Italia. Un po’ egoisticamente tutti noi siamo contenti che lui decise di restare in Italia per creare bambole Italiane.
Cosa che oggi non potrebbe più accadere. Accecati dal denaro, dalla fama e dal successo tanti talenti partono dall’Italia per approdare oltreoceano. E’ bene, quindi, ricordare invece , che un uomo negli anni 60 rimase in Italia, a lavorare in una fabbrica Italiana, piuttosto che volare lontano e avere più fortuna. Oggi sappiamo che se la Mattel si scomodò a Canneto ,non lo fece per un uomo qualunque, ma per lo scultore Fulgido Arpaia.
E oggi a me interessa questo. Far sapere che quest’uomo è esistito e esiste ancora attraverso le bambole che guardiamo, ammiriamo, collezioniamo. In Italia e nel resto del mondo.
Se un oggetto vale, vale per sempre. Anche se il suo creatore non c’è più i suoi lavori resteranno il simbolo di una bravura senza tempo, che ha saputo plasmare dei lineamenti così armoniosi ,che solo i volti in carne e ossa possiedono.
Credo sia stato un uomo molto riservato. Dopo essere andato in pensione è stato più volte contattato dalla Furga per prendere parte a dei ricevimenti. Ma lui si è sempre rifiutato. Ormai aveva problemi a camminare ,per delle schegge di granata che gli erano rimaste nelle gambe, dopo aver preso parte alla II guerra mondiale.
Morì a Milano il 16 dicembre del 2006. Spero che lui da lassù sia contento che oggi , e per sempre, lo ricorderemo con gratitudine. Perché nei nostri cuori resterà il papà di tante bambole che amiamo.
Voglio ringraziare con sentito affetto e stima Marco Torchetti, nipote del professore, senza di lui non avrei potuto scrivere nulla. Con la sua infinita pazienza e disponibilità mi ha arricchito di tante informazioni. Ha risposto a tutte le mie domande, spesso anche invadenti, mettendo in moto anche i ricordi di sua nonna.
Aiutandomi a ricostruire un ricordo più grande ,in onore di suo Nonno, che da troppo tempo meritava di essere menzionato e omaggiato per il suo operato.
 
Stefania Chillemi
 
alcuni lavori del Prof. Fulgido Arpaia
 
in un articolo di un giornale dell'epoca
 
 
il Prof. Fulgido Arpaia nel suo studio
 
un modello non reale ma fotografico su cui basarsi
 
 
 un momento di pausa,in questa foto lo scultore è giovanissimo
 
 
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